Silvia

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In questi giorni di solitudine forzata i testi dell’album “Anime salve” scritti a quattro mani da De André e Fossati riecheggiano prepotentemente dentro di me. Ho sempre amato visceralmente quel disco, prima ancora di riuscire a capirne tutti i significati e anzi, ad ogni ascolto, mi sorprendo a trovarne di nuovi; anche questa volta, puntualmente mi è successo.

Quante volte ho parlato di solitudine a sproposito, quante volte mi sono sentita sola per capriccio o superficialità e quante altre invece sono stata fiera del mio star sola, sbandierandolo come vessillo di indipendenza e forza interiore. Quanti mondi di solitudine altrui ho sfiorato, quanti ne ho attraversati senza comprenderli fino in fondo.

La dilatazione del mio tempo e l’essermene riappropriata mi sta aiutando a rimettere a posto le tessere di un puzzle di pensieri confusi e spesso tra loro contrastanti, o quantomeno ad affrontarli e approfondirli senza scappare via come facevo prima, quando avevo sempre la scusa pronta di andare di corsa, di “dover fare”.

L’altalena emotiva che sto vivendo mi spinge giù nell’introspezione angosciosa, ma sa farmi risalire altrettanto velocemente regalandomi slanci di positività propulsiva sulla speranza riposta nel “dopo”, sulla consapevolezza che ci sarà un punto da cui ripartire che mi vedrà indossare una veste nuova, come donna, come cittadina, come operatrice sociale.

È nei momenti difficili come questo d’altronde che si fa tutto più chiaro, che abbiamo la grandiosa opportunità di ristabilire una scala di priorità nelle nostre vite, rinnovando l’amore e la passione che mettiamo nello scegliere le cause per cui è giusto combattere donandogli nuova vita, ricostruendo il significato di essere vivi, di essere umani, di far parte di un tutto che è diverso dalla somma dei singoli.

Sono tante le cose che mi mancano in questo momento di libertà sospese, ma se volessi ordinarle in senso tassonomico la maggior parte di queste rientrerebbe nell’ordine delle relazioni. Banale? Sì, forse. Ma il pensiero di poterle “ricostruire” DESIDERANDOLE mi regala un’aria nuova da respirare, carica di un ossigeno molto più nutriente di prima.

Che la solitudine, questa croce e delizia piombatami addosso, sia la semina da cui germoglieranno il mio nuovo pensare, il mio nuovo agire, il mio nuovo sentire.

Che per tutti noi questa esperienza sia crisi nel suo senso etimologico positivo di scelta e quindi di cambiamento.

Silvia

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